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Interventi Conformità e sicurezza nei beni di consumo

pubblicato il 09/03/2010 10:28, ultima modifica 09/03/2010 10:28

 - Interventi dei relatori

 

 


Enzo Romeo Camanzi, rappresentante consumatori nella Giunta camerale

Noi consumatori abbiamo diritti tutelatida diversi D.lgs raccolti nel Codice del consumatore. In particolare il D.lgs n. 24, pubblicato il 2 febbraio 2002, tratta alcuni aspetti della vendita e delle garanzie di consumo: garanzia di due anni che fa riferimento ai difetti di conformità.
Se il bene acquistato presenta un  difetto irreparabile (esempio ricorrente: un cellulare viene inviato all'assistenza, questa non riesce a ripararlo e non è dimostrata la responsabilità dell'acquirente) si ha diritto che venga sostituito o si può pretendere la risoluzione del contratto. Nel caso si trovi resistenza da parte del venditore, è opportuno fare riferimento alle associazioni a difesa dei consumatori che operano in provincia: Adoc, Adiconsum, Federconsumatori, Legaconsumatori/Acli.


I processi di globalizzazione nel settore dei beni di consumo di Vincenzo Comito (docente di Finanza aziendale Università di Urbino)

La mia relazione verterà sui processi di globalizzazione in atto in generale e in specifico nel settore dei beni di consumo, sull'emergere in tale quadro della Cina e, sullo sfondo, dell'Asia come grande area tendenzialmente egemonica a livello economico.
Il sistema economico mondiale è estremamente interconnesso in un viluppo di rapporti economici, finanziari, tecnologici ormai pressoché inestricabili a meno di una grande rivoluzione dell'assetto economico mondiale. Lo sviluppo mondiale appare sempre più imprescindibile dal mantenimento di un'ampia apertura delle frontiere al flusso di merci, capitali, persone, informazioni.
I processi di globalizzazione sono partiti come una tendenza dei paesi più ricchi a inserirsi saldamente anche nei mercati dei paesi meno avvantaggiati e ad arrivare al controllo delle loro risorse. Ma negli ultimi anni alcuni paesi emergenti, Cina e India in testa, stanno diventando dei protagonisti del sistema mondiale.
Alcune previsioni, proiettando verso il futuro gli attuali trend di sviluppo, stimano che il “paese di mezzo” diventerà la più importante economia del mondo forse già intorno al 2016. Tali valutazioni indicano comunque tendenze in atto che sembra difficile arrestare.
Il paese asiatico sta acquisendo il ruolo di protagonista non solo grazie al basso livello dei suoi salari o al favorevole rapporto di cambio: la sua crescita si basa anche su grandi economie di scala, su una forte crescita annua dei livelli di produttività, su massicci livelli di investimento, su crescenti risorse concentrate nella ricerca, su un apparato pubblico che, pur non essendo certo esente da fenomeni di corruzione, appare molto efficiente.
Tale processo di sviluppo poggia, anche se non solo, su un grande sfruttamento della forza lavoro, sulla contraffazione sistematica dei prodotti della concorrenza, sulla scarsa tutela della proprietà intellettuale, infine su rilevanti problemi di qualità e sicurezza di certe produzioni.
La principale linea di condotta che nel lungo termine può dare dei frutti nella lotta concorrenziale con i paesi emergenti è guardare in avanti, puntare sull'innovazione, sulla ricerca, sull'unione degli sforzi tra le imprese, in una parola sullo stare davanti agli altri. Appare indispensabile collocarsi sempre sulle fasce alte di mercati dei vari business, sulle produzioni ad “alto valore aggiunto di conoscenza”.
Bisogna inoltre focalizzare l'attenzione sul “made in Italy”, su quel segmento del lusso che appare da tempo una nostra vocazione fondamentale, nonchè su alcune tecnologie avanzate nel settore dei beni strumentali.
L'Italia è un paese di piccole e medie imprese, che da sole non sono in grado di competere sui mercati internazionali, perchè le ridotte dimensioni non permettono di dotarsi di adeguati centri di ricerca, di reti commerciali internazionali soddisfacenti, di livelli di produzione tali da far scattare importanti economie di scala. Ecco quindi emergere la necessità di profondi processi di integrazione, di accorpamenti tra imprese, processi che l'operatore politico dovrebbe incoraggiare e sostenere con politiche più adeguate e convinte.


Il Codice del consumo alla base dei criteri per certficare le caratteristiche dei prodotti di Gabriele Lualdi (Istituto di ricerche e collaudi M.Masini – Rho)

L'Istituto Masini si occupa da 40 anni di certificazione. Il suo compito è valutare quelli che sono i beni, i prodotti, i sistemi e definire se questi rispettano o meno alcuni criteri definiti dalle legislazioni o dalle norme.
Il Codice del consumo, che è stato recepito in Italia con decreto nel 2005, è alla base della sicurezza dei prodotti. Prima c'era solo una serie di direttive non collegate tra loro. Il codice del consumo ha fatto da cappello a tutte queste direttive colmando i buchi che ogni direttiva aveva; se ci sono direttive specifiche che riguardano un prodotto, il codice non si applica per quelle parti della direttiva che coprono quel prodotto.
Il Codice serve a tutelare il consumatore, a definire la sicurezza dei prodotti, a dare adeguate informazioni agli utilizzatori.
Si presume che un prodotto sia sicuro quando rispetta le norme nazionali o europee o le norme dello stato in cui è commercializzato o segue le raccomandazioni dell'Unione europea o i codici dettati per quel particolare prodotto.
Vi voglio presentare tre direttive: quella riguardante i giocattoli, quella riguardante i tessili e quella riguardante i prodotti elettrici.
Direttiva 88/378 – Giocattolo è tutto quello concepito o utilizzato in quanto tale, ai fini di gioco, dai minori di anni 14, compresi eventuali apparecchi di installazione, uso ed altri accessori.
Esempio: articoli sportivi destinati a minori di anni 14 non sono giocattoli e lo stesso vale per articoli di modellismo.
Il giocattolo immesso sul mercato deve rispettare le regole della buona fabbricazione e i requisiti essenziali di sicurezza. Non per tutti i prodotti esistono norme armonizzate. Ogni giocattolo ha un target di età e relative norme di sicurezza, mentre altre valutazioni concernono il rilascio di metalli pesanti, i coloranti, la presenza di sostanze azotate o cancerogene, le norme igieniche, la radioattività, l'infiammabilità ecc.
Il marchio CE è estremamente importante: il simbolo è composto da due cerchi sovrapposti e la parte centrale della E è di 2/3 il raggio del secondo cerchio. Le sue dimensioni minime sono di 5 mm. Il marchio Ce senza queste caratteristiche, falso, è anche chiamato “China Export”.
Per quanto riguarda l'etichettatura dei prodotti tessili, soltanto 44 nominativi di fibre tessili possono essere utilizzate, differenziate in naturali e sintetiche.
Due sono poi le direttive sui prodotti elettrici: direttiva a bassa tensione e direttiva a compatibilità elettromagnetica.


Sicurezza e conformità: l'esperienza del Made in Italy di Germano Zama (Stilista)

Conformità, qualità e sicurezza  nella moda vuol dire realizzare un prodotto che non danneggia la salute e rispetta l'ambiente e la vita nelle sue molteplici attività.
I benefici per le aziende possono essere diversi, sia di tipo diretto che indiretto:
1.miglioramento del clima aziendale e aumento della motivazione dei collaboratori;
2.aumento delle capacità dell'impresa di attrarre e mantenere personale qualificato;
3.rafforzamento del valore del brand più competitivo sul mercato
4.accrescimento della reputazione complessiva dell'impresa;
5.riduzione dei rischi di iniziative di boicottaggio interne ed esterne;
6.creazione di un rapporto stabile e duraturo con i consumatori/clienti basato sulla fiducia e sulla fedeltà alla marca;
7.miglioramento nella relazione con le istituzioni finanziarie;
8.diminuzione delle tensioni sindacali;
9.miglioramento dei rapporti con gli enti pubblici.
La qualità del prodotto è comunque indubbiamente il punto di forza dello stesso, il valore aggiunto che permette la fidelizzazione del cliente e di conseguenza un maggior business per l'imprenditore. La garanzia del prodotto ha un doppio significato. Legalmente il consumatore è protetto dalla possibilità di recedere dall'acquisto, mentre commercialmente il produttore, facendosi garante del bene di consumo, si impegna nei confronti del consumatore al rimborso del prodotto che non si attiene a determinate caratteristiche.
Nel settore del tessile un esempio di garanzia del prodotto è dato dall'etichetta. Ogni etichetta riporta l'indicazione della ragione sociale o del marchio registrato del produttore nonché la denominazione delle fibre con le percentuali previste. Nell'etichetta e nella scelta del consumatore diventa poi fondamentale la provenienza, il cosiddetto “made in”, letteralmente in italiano “fatto, costruito in”. L'industria italiana dell'alta moda si è guadagnata un'importante fama grazie al design e all'inventiva degli stilisti e alla serietà nel rispettare tali norme.
L'immissione sul mercato di tessili provenienti da paesi esteri che non si adeguano alle norme possono abbassare la soglia di sicurezza. Da una statistica recente il 25% di acquirenti di tessili ha sofferto di irritazioni cutanee, il 55% dei consumatori non conosce esattamente cosa acquista, il 70% vorrebbe conoscere dove il tessile è prodotto e il 75% è disposto a pagare di più per un tessile garantito. Dal punto di vista sanitario, con l'enorme proliferare delle allergie è importante offrire prodotti adeguati a ogni tipo di cliente e, nello stesso tempo, garantire una qualità che non causi effetti collaterali e duri nel tempo.
Produrre in Italia vuol dire sottoporsi a controlli più rigidi e professionali.
La mia esperienza nel confrontare capi e tessuti mi porta a considerare il mercato della moda una vittima del sistema stesso e di una economia stagnante. L'imprenditore deve garantire al consumatore la trasparenza e la sicurezza del prodotto tessile sensibilizzandolo in merito ai valori etici, sociali e ambientali espressi dal prodotto di qualità. Dal punto di vista sociale ritengo che produrre in Italia vuol dire offrire posti di lavoro e un ritorno economico per l'intero territorio. Significa poi esprimere energia, innovazione e inventiva che sono le forze fondamentali di un'impresa .
La sicurezza del prodotto tessile infine significa dotare l'Italia di strumenti - condivisi con la sanità, l'industria e le associazioni dei consumatori - idonei a impedire la circolazione sul territorio nazionale di articoli tessili che possano produrre rischi alla salute. Occorre avviare percorsi di ricerca integrati tra produzione, sanità e ricerca.
Il consumatore chiede di conoscere la qualità del tessile e chiede che questo venga certificato da un interlocutore super partes in base  a metodi scientifici.

 

Come affrontare le insidie nei meandri di internet di Valerio Zannoni, Comandante della polizia postale e delle comunicazioni di Ravenna

La grande frontiera rappesentata dall'informatica e da internet nasconde spesso insidie per il consumatore. La Polizia postale si occupa prioritariamente, senza tralasciare i casi legati alla posta tradizionale dalle rapine al falso filatelico, di criminalità informatica, cioè di reati commessi con, attraverso o contro i sistemi informatici. I grandi ambiti sono rappresentanti dalla pirateria legata al diritto d'autore e dal cyber crime, che può riguardare la pedofilia on line, la violazione della privacy e gli abusi connessi ell'e-commerce.
I reati più importanti sono riferibili all'accesso abusivo in presenza di barriere, alla frode informatica, alla detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso, alla diffusione di virus.
Tra i soggetti l'insider (come il dipendente infedele che ruba le informazioni), l'hacker, il cracker, il phreacker. Se l'hacker forza i sistemi per dare prova delle sue capacità, il cracker agisce a scopo di lucro, mentre il phreaker sfrutta le reti altrui.
L'alta professionalità degli agenti e le tecnologie disponibili permettono di conseguire ottimi risultati: l'iter investigativo fa leva sul numero lp, un codice esclusivo che sostanzialmente “marca” la nostra posta elettronica. Ma quali sono gli accorgimenti che l'utente può mettere in campo? Gli antivirus sono fondamentali per la sicurezza, mentre sul fronte dei collegamenti wireless è meglio scegliere sistemi di qualità.

 

Scelte più oculate grazie all'etichetta di Carlo Pileri, presidente nazionale Adoc

La Camera di commercio di Ravenna, grazie a questi incontri annuali, ci dà modo di approfondire questioni concrete, scottanti e di attualità. Quest'anno parliamo di etichettatura.
L'etichetta è un piccolo quadratino. Parrebbe insignificante. Ma, come direbbe un poeta, c'è un intero mondo in quel quadratino. Se in quello spazio, destinato a crescere anche in dimensione e in caratteri, troviamo informazioni utili e serie, la sua importanza diverrà sempre maggiore. Più dello stesso marchio. In fondo il mercato è scelta. Meno informazioni significano meno mercato.
Se voglio evitare spiacevoli sorprese future, voglio sapere che cosa acquisto.
Se le etichette hanno senso nel settore alimentare, nel settore non alimentare sono altrettanto importanti. Pensiamo al settore tessile e abbigliamento, Si discute perchè i più ritengono che si debba prevedere solo una etichetta “made in Europe” senza altri tipi di marchiature. Questo penalizza fortemente i prodotti di alta qualità, magari caratterizzati da una linea di design. Ma non è solo questo il problema. Si deve infatti difendere il made in UE dai prodotti importati.
Non ci resta che lavorare in favore della necessità di informazioni essenziali semplificate.
Un obiettivo da raggiungere in tempi sempre più brevi.

 

 

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