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Interventi Il Codice del consumo

pubblicato il 09/03/2010 10:08, ultima modifica 17/03/2010 10:57

- Interventi dei relatori

 

 

 

 

Gianfranco Bessi, presidente della Camera di Commercio

ha sottolineato l’impegno preciso che da tempo l’Ente porta avanti a tutela dei consumatori e, più in generale, della trasparenza e della reciproca fiducia tra consumatore-utente e produttore di beni o servizi”. E ha ricordato quanto la Camera sta facendo per la promozione della conciliazione come strumento per appianare le liti tra consumatori e imprese.

Enzo Romeo Camanzi, Consigliere Camerale

“Il primo convegno della Camera di Commercio a difesa dei consumatori risale al 1999 -ha rilevato Enzo Romeo Camanzi, consigliere della Camera di Commercio e presidente provinciale dell’Adoc. Negli anni l’impegno non è venuto meno". Camanzi ha poi evidenziato le importanti ricadute che il Codice del Consumo avrà sia sulla produzione che sulla commercializzazione.

Cesare Vaccà, Professore associato di diritto privato, Università di Milano - Bicocca

Il codice del consumo è in definitiva – ha spiegato Vaccà - un testo unico che raccoglie tutte le norme che erano disperse qua e là nei vari codici. Oggi la disciplina dei consumatori è raccolta in questo testo unico, sia quella generale inerente qualsiasi contratto, vale a dire le clausole che sono nulle perché lesive dei diritti del consumatore, sia quelle specifiche come i contratti di viaggio e turismo, la multiproprietà immobiliare, le garanzie della vendita dei beni di consumo, la responsabilità del produttore. Vi è, poi, in questa opera di sistematizzazione, un significativo riconoscimento del ruolo delle associazioni dei consumatori e delle Camere di commercio, che offrono procedure (come lo sportello di conciliazione) volte a comporre rapidamente e gratuitamente tutte le controversie di consumo e di utenza. I dati di Unioncamere nazionale affermano che le soluzioni si risolvono nel 90% dei casi.
Il codice avvicina l’Italia all’Europa – ha concluso Vaccà - perché le norme che sono state trasferite all’interno di questo decreto, nel momento in cui vennero adottate erano tutte norme di attuazione di direttive europee; almeno all’85% il codice del consumo è riduzione normativa europea. Per il restante 15 %, sono norme relative al ruolo delle associazioni dei consumatori peculiari del legislatore italiano Ciò comporta che in tutti i paesi dell’Unione troveremo a disciplinare questa materia norme sostanzialmente uguali, perché tutte sono ricezione delle medesime direttive.

Carlo Pileri, Presidente Nazionale ADOC

Per Claudio Pileri, Presidente nazionale Adoc, “il Codice è una tappa importante, perché è il riconoscimento istituzionale e giuridico di un settore, quello del consumo, che riguarda tutti i cittadini. La tappa successiva è quella della Class action, un meccanismo per cui se un cittadino vince una causa e ha diritto al risarcimento, tutti gli altri consumatori che hanno lo stesso problema, possono fare riferimento alla sentenza già ottenuta per avere automaticamente il diritto al risarcimento”.

Mario Baldassari, Presidente provinciale ASCOM Ravenna

Il Codice del consumo cerca di tutelare i consumatori, ma i consumatori andavano tutelati prima. L’Italia non ha capito che, entrando in Europa, aveva garanzie, ma anche doveri. L’Europa non ha
cercato di salvarci dalla concorrenza di paesi come Cina, Brasile, India”, ha affermato Mario Baldassari, Presidente provinciale dell’Ascom. “Non dovevamo importare - ha precisato Baldassari - prodotti da quelle nazioni,che per la grande maggioranza hanno una normativa che non tutela ambiente, sicurezza e lavoratori, con la conseguenza che abbiamo impoverito il nostro Paese, nel commercio e nell’industria con ripercussioni anche sull’occupazione. Molte imprese hanno delocalizzato impianti all’estero e in questo i Governi del nostro Paese hanno una grande responsabilità.”

Gianluca Gasperoni, Presidente comunale della Confesercenti

Il Codice del consumo attiene più a una fase che potremmo definire patologica del rapporto di vendita e individua quali sono i diritti. Le aziende sono già organizzate con la legislazione nei vari prodotti, si pensi all’HCCP nel settore alimentare, alla rintracciabilità, a tutti i marchi CE, alle direttive per quanto riguarda i prodotti, anche sul rendimento energetico. Questo è sintomo di un’evoluzione del mercato e del consumatore, che è mercato per l’impresa. Il consumatore identifica in un prodotto non solo un bisogno, ma anche altri aspetti quali l’etica, la solidarietà, l’ecologia e altri valori. Avere cura dei diritti dei consumatori – ha sostenuto Gianluca Gasperoni, Presidente comunale della Confesercenti – costituisce una delle carte più positive che il piccolo commercio può mettere in campo.

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