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Interventi I 50 anni della Sapir

pubblicato il 08/02/2010 10:22, ultima modifica 09/03/2010 13:17

- Interventi dei relatori

 

I 50 anni della Sapir sono legati alla storia del porto di Gianfranco Bessi, Presidente  Camera di Commercio di Ravenna

Negli anni Cinquanta si avverte la necessità di dare al porto una dimensione industriale. Luciano Cavalcoli, presidente della Camera di commercio con cui ho avuto l'onore di collaborare, è certamente il motore della volontà di dare un futuro alla realtà portuale... è al lavoro di Benigno Zaccagnini e alla sua legge che dobbiamo il primo grande sviluppo del porto...gradualmente e prende forma il porto industriale... Se questa è la prima fase della società, gli anni '70 portano a un cambio di strategia, perchè interviene il piano regolatore che vincola i terreni : il porto diventa anche commerciale e continua ad essere un mix di attività pubbliche e private. Nel 1976 Sergio Cavina vara in Regione la legge che porta il suo nome con la quale è possibile dare vita al terminal Sapir. Con la legge che istituisce le Autorità Portuali, Sapir modifica la sua funzione: da quella di indirizzo e gestione del porto a quella esclusivamente imprenditoriale. Oggi la Sapir, moderna società intermodale, è impegnata nell'ideazione di un nuovo terminal container, punta sulla crescita delle merci trasportate via ferrovia, guarda ai grandi centri intermodali come possibili terminal.
La grande forza del nostro porto è quella di avere aree disponibili a ridosso dello scalo. Ma servono anche strade adeguate, carri ferroviari moderni, servizi efficienti.

Lavoro, coesione e innovazione legano le vicende della società di Giordano Angelini, Presidente Sapir

Lavoro, coesione sociale e innovazione hanno intrecciato il filo che unisce le tante, a volte tormentate, vicende di questi primi 50 anni della Sapir a quelle del porto – che ha costruito e gestito fino all'istituzione dell'Autorità portuale – e della città.
Il nostro porto ha raggiunto traguardi impensabili anche per chi vi credeva ciecamente.
Possiamo sostenere che è un bene avere fantasie e coltivare speranze, anche perchè di esse è figlia la Sapir e fortunatamente a Ravenna vi sono stati tanti uomini che hanno creduto che il porto potesse continuare a crescere e si sono battuti per questo.

Uno scalo aperto agli operatori di Vasco Errani, Presidente Regione Emilia-Romagna

La Sapir fin dal 1957 ha rappresentato la storia del porto della città, dei suoi passaggi economici, sociali e politici. Si scelse di costituire una società per azioni. Anzi, Mattei parlò perfino di un azionariato diffuso. Siamo nel 1957 e parlare di un azionariato diffuso allora era cosa non facile: il mio è il riconoscimento di una visione ricca di futuro da parte di un grandissimo imprenditore. In quegli anni, in un passaggio difficilissimo da una società fondata su una economia agricola ad una società industriale che vedeva grandi gruppi sostanzialmente pubblici che si venivano ad insediare non era facile parlare di public company. Tuttavia non si scelse la struttura privata, si scelse di fare invece una SpA con una presenza significativa di forze pubbliche. Credo che quella fu la scelta strategica che ci ha consentito di costruire una particolarità assolutamente felice...Non solo abbiamo fatto bene a fare quella scelta, ma attualmente e sempre di più nel futuro quella scelta rappresenterà anche l'occasione di arricchire il valore aggiunto e quindi la capacità attrattiva del nostro porto

La realizzazione delle infrastrutture è indispensabile per lo sviluppo del porto di Fabrizio Matteucci, Sindaco di Ravenna

Con la scelta di costituire Sapir, Ravenna ha deciso di rendere elemento economico centrale la sua vocazione di città di mare. Furono certo complici l'industrializzazione e il boom economico, ma il boom e la tecnologia non sarebbero bastati senza alcune persone straordinarie: per questo motivo, ma non solo per questo, Ravenna sarà per sempre grata a Benigno Zaccagnini, a Enrico Mattei, all'allora consigliere regionale e poi presidente della Regione Sergio Cavina. E a Luciano Cavalcoli, presidente della Camera di commercio, poi presidente di Sapir dal '65 al '74: giustamente il nostro incontro si svolge oggi nella sala che porta il suo nome.
Progettare, costruire, sviluppare il porto di Ravenna , inizialmente pensato come porto industriale, è stato l'obiettivo di questa società dalla sua fondazione. Poi si è intuito il grande potenziale commerciale del nostro scalo. Con la legge Zaccagnini del 1961 Sapir diventa anche terminal operator, il più grande del porto ravennate.
Oggi i filoni di attività sono tre: il prezioso ruolo di operatore, la proprietà di aree strategiche, la compartecipazione in importanti società. In virtù del suo ruolo e della sua forza, Sapir - che chiude il bilancio 2006 con un utile di circa 5 milioni di euro - sarà protagonista essenziale della crescita ulteriore del porto.

Nuovi progetti e investimenti di Francesco Giangrandi, Presidente Provincia di Ravenna 

Questa celebrazione è importante non solo per Sapir, che compie mezzo secolo di vita, ma per tutto il porto di Ravenna. Il sogno di Cavalcoli e Zaccagnini – realizzare un grande scalo commerciale e industriale di livello nazionale – è diventato realtà.
Se il porto è una delle realtà strategiche per lo sviluppo del territorio, Sapir si trova ad essere protagonista di questo sviluppo. Di un futuro che ipotizza la realizzazione di un grande sistema portuale dell'Adriatico con Venezia, Trieste e i porti croati, che aumenterebbe l'importanza strategica di Ravenna, dando ai terminalisti come Sapir – un'azienda moderna, che ha saputo adeguarsi al cambiamento delle funzioni e dei mercati - l'occasione di mettere a profitto le proprie potenzialità. Sono certo che Sapir ha l'esperienza e le intelligenze per mantenere la propria posizione all'interno del mercato. Anzi, di anticiparne le dinamiche.
Sono quindi lieto del successo di Sapir, che in questi cinquanta anni è cresciuta fino a diventare una realtà che produce ricchezza, occupazione e che è un valore aggiunto di questo territorio.

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