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Interventi 5a Giornata dell'economia

pubblicato il 09/03/2010 10:20, ultima modifica 09/03/2010 10:20

- Interventi dei relatori

 

 

Gianfranco Bessi, Presidente Camera di Commercio

Siamo di fronte - ha rilevato Gianfranco Bessi - ad una trasformazione che si misura in termini qualitativi più che quantitativi: ciò significa che bisogna superare il paradigma della crescita infinita a favore di un modello di sviluppo centrato su creatività, innovazione, formazione, sostenibilità e responsabilità. Quindi, ambiente e cultura, tecnologie e strutture, istruzione e formazione, associazionismo e cooperazione. Temi che vedono la nostra Camera di commercio, unitamente al sistema Unioncamere, impegnati nel creare le condizioni affinché i fattori della competitività possano sviluppare tutti i loro effetti.

 

Paola Morigi, Segretario Generale Camera di Commercio

Nel nostro territorio – ha sottolineato Paola Morigi - troviamo una serie di piccole e piccolissime aziende: se non si mettono in rete non ci sarà futuro. Occorre investire sull’innovazione e sull’informatica. Noi lo facciamo come Camera di commercio, ma è necessario che questo messaggio passi dalle aziende e soprattutto dalle associazioni che devono accompagnare il percorso.

 

Guido Caselli, responsabile Ufficio Studi Unioncamere - Emilia Romagna

Guido Caselli ha illustrato uno studio, che ha analizzato oltre 1500 indicatori di tutte le province italiane, raggruppati per forma di capitale (umano, tecnico, naturale, sociale), per comprendere come incidono sullo sviluppo economico.
Per quanto attiene lo sviluppo economico misurato come ricchezza, Ravenna è 21^ su 103 province italiane. Il dato più negativo è quello relativo al capitale naturale, che è fortemente determinato dalla struttura demografica della popolazione e, in particolare, dallo spostamento verso la terza età:
Ravenna risulta 100°, cioè quart’ultima. Quella di Ravenna è una popolazione anziana: nel 2000 ogni 100 bambini vi erano 210 anziani, nel 2006 sono calati a 190. Il dato sta migliorando, ma sicuramente influenzerà le dinamiche di sviluppo.
Per quanto riguarda il capitale tecnico (cioè imprese, infrastrutture, turismo, credito) Ravenna si trova 28° posto. La posizione della nostra provincia risulta migliore in termini di capitale umano (mercato del lavoro, ma soprattutto formazione) attestandosi tra le prime 10 province italiane, esattamente al 6°posto. Buona la collocazione relativamente al capitale sociale, cioè la partecipazione civica e tutto il sistema relazionale, il no profit e il volontariato.
Complessivamente,  Ravenna è 8^ in termini di capitale e 21^ in termini di sviluppo.
Vi è, allora, una dotazione di capitale che è superiore rispetto allo sviluppo raggiunto: se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, possiamo dire che ci sono parecchi margini di miglioramento; se vogliamo vedere il bicchiere mezzo vuoto, evidentemente vi è qualcosa che impedisce all’economia
ravennate di svilupparsi pienamente. La causa è un minor peso del “capitale simbolico”, cioè la condivisione di valori e il senso di appartenenza. In passato questo capitale aveva giocato un ruolo importante: i temi della filiera e dei distretti  nascono proprio dalla condivisione di obbiettivi e valori. Ora, sia perché si è raggiunto un livello di ricchezza abbastanza elevato, sia perché è in atto una forte trasformazione economica e sociale, diventa difficile trovare degli obbiettivi da condividere e, soprattutto, dei valori: questo determina una minor crescita dello sviluppo.

 

On. Roberto Pinza, Vice Ministro Economia

Nelle conclusioni il Vice Ministro Roberto Pinza , illustrando alcuni dei problemi del bilancio dello Stato, a proposito dell’utilizzo del cosiddetto “tesoretto” ha affermato che “non andrebbe speso, ma impiegato per ridurre il peso del debito pubblico.” Sulle banche ha espresso apprezzamenti per la modernizzazione del settore, che ha consentito fusioni e accorpamenti creando nuove banche in grado di competere con altri colossi europei.
In relazione alle prospettive dell’economia nazionale, ha sottolineato che purtroppo si sta accentuando il divario nord/sud: il nord cresce del 2,9%, il sud solo dell’1,3% e ha tassi di occupazione femminile estremamente bassi. Tale divario rischia di accentuarsi, con un sud estremamente povero e un nord che vede accrescere i livelli di immigrazione. Pinza ha poi fatto cenno al tasso di sviluppo dell’Est europeo, che avrà riflessi sull’economia locale, su porto, trasporti, logistica. “Dovremo attrezzarci – ha concluso - per poter consentire questi traffici sulla statale Adriatica fino a Cesena e, quindi, da lì verso Roma oppure verso il sud dell’Adriatico.”

 

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