"Economia del Mare e Green Deal”
Dal volume “ Economia del Mare e Green Deal” del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e ANPAL, realizzato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne emerge che 2021 sono state programmate 406.500 entrate dalle imprese dell’Economia del Mare, quasi il 9% del totale complessivo, in aumento del 22,6% rispetto al pre-Covid. Anche in questo ambito cresce la difficoltà di reperimento dei candidati che si attesta al 24,7% del totale delle richieste (+6 p.p. rispetto al 2019), ma nella cantieristica navale si arriva al 42,7%.
Che cosa è la Blue Economy?
La scommessa della Blue Economy parte dalla biomimesi, ossia lo studio di processi biologici e biomeccanici della natura e degli esseri viventi in quanto fonte di ispirazione per il miglioramento delle attività e delle tecnologie umane.
Avendo come scopo la rigenerazione degli ecosistemi in un’ottica di lunga durata, si fonda sulla sostenibilità e sul contrasto al degrado ambientale e dei mari.
La Blue Economy si esprime attraverso la cosiddetta “crescita blu” con il fine di favorire l’occupazione nell’economia marina e marittima, lo sviluppo di altri settori come tecnologie offshore per l’energia rinnovabile, la promozione dell’acquacoltura e il sostegno alla ricerca nel settore delle biotecnologie marine.
L’economia del mare in Italia
Il volume delimita i confini e fornisce le caratterizzazioni dell’economia del mare in Italia,, approfondendo alcune tematiche come il rapporto tra l’economia e la sostenibilità ambientale, l'effetto moltiplicatore della filiera sulle altre attività economiche mostrando anche gli impatti sul valore aggiunto e l’occupazione generata.
L’economia del mare si sviluppa nei seguenti settori di attività:
● Filiera ittica
● Industria delle estrazioni marine
● Filiera della cantieristica
● Movimentazione di merci e passeggeri
● Servizi di alloggio e ristorazione
● Ricerca, regolamentazione e tutela ambientale
● Attività sportive e ricreative connesse al turismo
Queste attività sono arrivate a produrre 46,7 miliardi di valore aggiunto, pari al 3,0% del totale dell’economia italiana, nel corso del 2018. Questi risultati si devono al lavoro di 885,2 mila occupati nell'intero comparto, che incidono per il 3,5% sul totale dell’occupazione del Paese. Il volume si focalizza anche sulla presenza di imprenditoria giovanile, femminile e straniera nel comparto.
I fabbisogni professionali e gli sbocchi lavorativi della Blue Economy
La rilevanza per l’economia italiana della Blue Economy è confermata dai flussi occupazionali analizzati grazie al Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere – ANPAL. Nel 2019 sono state programmate circa 332mila entrate nel comparto marittimo, corrispondenti al 45,2% dei contratti programmati nella fascia perimetrale italiana relativa ai territori costieri (circa il 7% del totale delle entrate a livello Italia).
Nel dettaglio, spiccano quali maggiori generatori della domanda occupazionale i comparti turistico e ricettivo (91,1% delle entrate) e le micro e piccole aziende (1-49 dipendenti 83,5%).
Rilevanti anche i flussi del trasporto marittimo (3,4%) e dell’alimentare (2,8%) la cui domanda comprende anche il coinvolgimento delle aziende più grandi (dai 50 dipendenti in su) che a livello di Blue Economy assorbono il 16,5% delle entrate complessive previste.
Il volume indaga inoltre il livello di istruzione richiesto alle professioni dell’Economia del Mare e la difficoltà di reperimento dei profili professionali.
Nelle pagine della pubblicazione si evidenziano anche quali sono le digital skill, le competenze trasversali e le capacità linguistiche richieste dalle imprese italiane nel 2019 alle professioni della Blue Economy.
L’intima relazione esistente tra Blue Economy e Green Economy viene confermata dalla forte domanda di competenze legate al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, che sono ritenute necessarie per l‘81,4% delle professioni dell’economia del mare.
La pubblicazione si conclude analizzando le principali caratteristiche e competenze richieste alle nuove assunzioni per le varie filiere, ossia alloggio e ristorazione, servizi turistici e di intrattenimento, trasporto marittimo e per vie d'acqua di passeggeri, filiera alimentare e ittica, filiera della cantieristica navale e industrie delle estrazioni terrestri e marine.
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